Scrivere un grande finale nel romanzo è importante quanto un’apertura a effetto. Un libro ben scritto richiede un finale che risuoni nella testa. Qualcuno ha detto che se l’incipit serve a invogliare il lettore a proseguire nella lettura del romanzo, il finale serve a farglielo ricordare. Può portarci in uno stato di gioia e felicità, oppure può metterci a disagio e preoccuparci per i misteri della vita.
È la conclusione, non solo strutturale, ma anche intrinseca, della storia. Non è l’unica cosa che ricorderà il lettore, ma è tra gli elementi fondamentali che contribuiscono al formarsi di un giudizio positivo o negativo dell’intera opera.
Un romanzo ben scritto, con un buon incipit, buoni personaggi e un buon intreccio non potrà che guadagnare in efficacia se anche il finale è ben studiato.
Anche se non esiste una formula matematica per creare un grande finale nel romanzo, la cosa essenziale è fornire un approdo emotivo in modo che il lettore possa posare il libro con il pensiero: “Potrebbe non essere successo a me, in realtà, ma la mia vita è più ricca avendo letto questo libro. So di più sul mondo, le persone, le relazioni, il modo in cui le cose accadono”.
Questo tipo di finale emotivamente soddisfacente, non è affatto facile da scrivere. Ecco alcuni suggerimenti da ricordare.
Il cambiamento
È deludente per un lettore raggiungere la fine del libro solo per rendersi conto che i personaggi e gli eventi sono sostanzialmente allo stesso punto dell’inizio.
I finali riguardano il cambiamento. I romanzi trattano spesso il superamento di ostacoli, missioni e trasformazioni. La storia può essere sconvolgente o deprimente. Ma se nessuno dei personaggi del libro ha imparato nulla e le sfide affrontate all’inizio rimangono statiche e identiche alla fine, la storia può sembrare inutile, insoddisfacente e senza significato.
Trova il momento giusto per finire
È fondamentale capire quando è il momento di fermarsi. Gli autori spesso mi inviano una bozza del finale che si ripete e rimescola l’azione precedente, o prosegue con una nuova e irrilevante digressione. Questo tipo di strada può indicare la paura di non aver spiegato tutto a sufficienza.
Si può anche cadere nel tranello di finire prematuramente.
A volte il sipario cala con un tonfo sorprendente. Attenzione ai finali prematuri che lasciano troppi fili ancora aperti.
Ci sono finali che lasciano il lettore nervoso e a disagio, ma con un senso di speranza nel futuro. John le Carre è il maestro di finali così ambigui, tuttavia questo non ha niente a che fare con un finale prematuro.
Alcuni scrittori, nella speranza di lanciare una serie, possono cadere nell’errore di scrivere un finale affrettato. Anche usando un finale aperto, dobbiamo comunque risolvere gli snodi narrativi principali. Se il romanzo è il primo volume di una saga, è necessario che sia comunque autosufficiente, a prescindere dalla possibilità di proseguire la storia. Non è giusto chiedere al lettore di acquistare un secondo o un terzo libro per scoprire che cosa succede. Rimarrebbe deluso.
Il sipario può calare su una coppia felice o infelice, ma non può semplicemente cadere di punto in bianco. Anche dopo che Rhett Butler ha detto che non gliene fregava niente di quello che sarebbe successo a Scarlett O’Hara, Margaret Mitchell ha continuato fino a quando la sua coraggiosa eroina ha dichiarato con forza d’animo: “Dopotutto, domani è un altro giorno.”
Andiamo a vedere i tipi di finale più famosi e memorabili.
Lieto fine
È un classico, è la soluzione più famosa, la più serena e rassicurante per il lettore. Dopo una serie di difficoltà, impedimenti, prove da superare e sofferenze, finalmente il protagonista raggiunge il suo obiettivo, corona un sogno, sventa un crimine, vince una competizione, conquista un amore; le cose alla fine andranno come si sperava che andassero.
Si trova ovunque in letteratura, ma è quasi d’obbligo nella letteratura per i più giovani. La serie di Harry Potter, per esempio, si conclude con la sconfitta di Voldemort e i protagonisti che da adulti, vivono felici e contenti.
Finale aperto
Non tutto deve avere per forza una risoluzione assoluta e definitiva. Il finale aperto è molto usato, non solo in letteratura, ma anche nelle sceneggiature cinematografiche e televisive. Ovviamente viene sfruttato per preparare il seguito, quando si tratta di una serie o di una saga, ma non solo, ed è molto apprezzato da diversi autori che vogliono di proposito lasciare al lettore una sensazione di sospensione, per dare un senso più profondo e sfaccettato alla propria storia.
Finale a sorpresa
Se il lieto fine è il classico dei classici per la letteratura per ragazzi, il finale a sorpresa lo è per i racconti, ma viene usato anche nei romanzi e certamente nel cinema. Un finale a sorpresa, spiazzante, che cambi completamente la prospettiva su come interpretare la storia letta fino a quel momento, è una soluzione quasi sempre vincente per un racconto, che non ha lo spazio per sviluppare molti temi; ma anche in un romanzo può essere la chiave giusta per rendere l’opera memorabile.
Finale circolare
Anche il finale circolare è usato di frequente al cinema e in TV e consiste nel concludere la storia là dove era iniziata. È il tipo di finale in cui un personaggio ripercorre gli eventi che lo hanno portato nel punto in cui si trovava all’inizio e, una volta ritornato fino a quel momento, la storia trova la sua conclusione là dove era iniziata. Un esempio, sia letterario che cinematografico, che sicuramente conoscete: Fight Club.
Finale non convenzionale
Non tutti i finali sono puliti o ordinati. Ci sono diversi scrittori la cui ultima pagina lascia vari fili della storia ancora intricati. Per esempio le ultime pagine del primo libro di Toni Morrison, L’occhio più azzurro, sono inquietanti e a dir poco scomode. Decine di scuole conservatrici hanno disapprovato il libro e diverse biblioteche non l’hanno incluso nel loro catalogo, ma ha lanciato una carriera che alla fine ha portato al Premio Nobel per la letteratura.
Per finire, va detto che non è obbligatorio scegliere per forza un tipo di finale. È possibile scegliere gli aspetti che fanno di più al nostro caso dalle varie tipologie di finale, mescolarli in modo creativo fino ad avere il finale migliore a seconda del significato che vogliamo esprimere e all’effetto che vogliamo trasmettere.
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